Puntare sugli immigrati per trovare nuovi autisti



Nell’Unione Europea, il dieci percento dei camionisti sono immigrati da Paesi terzi, a fronte di una carenza di autisti che diventa sempre più grave. Lo ha sottolineato l'organizzazione mondiale dell’autotrasporto Iru alla Conferenza sulla Migrazione di Vienna. Quindi, accanto ad azioni per attrarre giovani e donne a questa professione bisogna attuare una soluzione complementare: “facilitare l’accesso di autisti qualificati di Paesi terzi provenienti da Paesi con un surplus di autisti professionisti per aiutare a colmare il divario”.

Per attuare questo programma, ha spiegato Patrick Philipp, direttore della Certificazione e degli Standard dell’Iru "dobbiamo armonizzare meglio le competenze professionali per garantire che qualsiasi conducente, di qualsiasi Paese, possa dimostrare elevati standard di sicurezza ed efficienza nelle operazioni di trasporto". L’organizzazione sta già attuando diverse iniziative per facilitare l’accesso ai camion comunitari da parte di conducenti provenienti da Paesi terzi.

All’inizio del 2023, l’Iru e la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti hanno avviato un piano in tre punti per bilanciare meglio i pool di manodopera nazionali tra quelli con un surplus e quelli con un deficit di talento degli autisti. Il piano delinea le azioni per le Nazioni Unite, i governi nazionali e l’industria. Un'altra iniziativa che cerca di armonizzare meglio le competenze dei conducenti professionisti è condotta dal Programma di sviluppo del diritto commerciale (Cldp). In tale contesto, si sta rafforzando la formazione in Uzbekistan e Kirghizistan.

 

 

 

Puntare sugli immigrati per trovare nuovi autisti