7 Maggio 2025
DIVIETI E CIRCOLAZIONE MERCI
Secondo il nuovo rapporto IRU 2024, in 36 Paesi si registra una carenza di 3,6 milioni di camionisti. Questa non è solo una questione numerica, ma una vera e propria crisi strutturale che rischia di bloccare il settore dell’autotrasporto. L’età media dei conducenti è salita a 44,5 anni e, si prevede, che entro il 2029 oltre 3,4 milioni di camionisti andranno in pensione. In Italia, il problema è particolarmente sentito: il 45% degli autisti ha più di 55 anni, mentre solo il 2,2% ha meno di 25. Nonostante questo, i giovani camionisti si mostrano i più soddisfatti del proprio lavoro, segno che il vero ostacolo non è il mancato interesse, ma la difficoltà di entrare nel settore.
Il 70% delle aziende interrogate evidenzia problemi nel reclutamento di nuovo personale, mentre il 91% degli autisti richiede miglioramenti nelle aree di sosta e condizioni più dignitose nei punti di carico e scarico. La questione non riguarda soltanto le retribuzioni, ma anche la qualità delle stesse.
I camionisti parlano apertamente di una “crisi di dignità professionale” per quanto concerne le condizioni di lavoro e di accesso alla professione. Le problematiche non sono solo legate alla retribuzione ma anche alla pressione crescente per consegne irrealistiche, alla mancanza di riconoscimento dei fattori esterni come traffico, meteo e ritardi dei clienti, alla carenza di supporto operativo e alle condizioni logoranti: lunghi periodi lontano da casa, cabine anguste per le notti, assenza di aree sicure per il riposo.
Uno degli ostacoli principali riguarda i costi di accesso alla professione: patenti C, CE, CQC, carta tachigrafica, corsi ADR e aggiornamenti possono superare i 7.000 euro, tutti a carico del lavoratore. Questo rappresenta una barriera economica significativa, soprattutto per i giovani, scoraggiando nuovi ingressi nel settore.
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